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CRISI D’IMPRESA Criteri e strumenti per una valutazione consapevole

VALUTAZIONE AZIENDE IN CRISI
La stima del valore in contesti di “crisi” rappresenta, senza dubbio, uno dei campi di maggiore difficoltà per chi effettua valutazioni d’azienda.

A seconda dei vari “contesti valutativi”, il processo valutativo in ottica “going concern” può riguardare due direttrici, che possono essere:

  • Valore di un complesso “as it is”, ossia nel suo assetto strategico gestionale attuale, quale complesso funzionante;
  • Valore di un complesso “as it may be”, ossia nella configurazione che il complesso assumerà a seguito dell’attuazione di azioni correttive.

Le principali criticità che si affrontano sono:

  • identificare procedimenti estimativi;
  • ricercare una base informativa generata dall’azienda, per comprendere le metodologie di valutazione che solitamente è inesistente;
  • valutare il rischio di elementi critici endogeni ed esogeni all’azienda.

L’analisi preliminare della situazione di crisi, delle sue cause e del livello di gravità, rappresenta un elemento imprescindibile ai fini dell’analisi fondamentale.

La distruzione di risorse finanziarie, ad esempio, può essere correlata alla degenerazione di fattori economici, quindi, è in genere un sintomo ma non la causa della crisi. Altre volte invece, si può assistere a crisi finanziarie “pure” correlate all’utilizzo di uno strumento di finanziamento non coerente con la struttura degli impieghi.

Dopo aver compreso le cause della crisi, bisognerà procedere alla costruzione dell’impianto valutativo:

Entreprise value > valore nominale del debito

Condizione di illiquidità e capitalizzazione insufficiente per poter essere competitiva

Entreprise value = valore nominale del debito

L’azienda non ha patrimonio

Entreprise value < valore nominale del debito

L’azienda ha un patrimonio negativo c.d. insolvenza tecnica

 

che permette di meglio comprendere quale criterio di valutazione adottare.

Le diverse configurazioni di valore in situazione di crisi aziendale:

  • Valore di mercato;
  • Valore di investimento;
  • Valore negoziale quantitativo;
  • Valore convenzionale;
  • Valore di smobilizzo;
  • Valore intrinseco.

Valore di mercato

Il valore di mercato rappresenta il prezzo al quale un asset o un’entità aziendale potrebbe essere verosimilmente negoziata dopo appropriato periodo di commercializzazione, in un libero mercato tra un acquirente e un venditore, ciascuno operante in condizioni di piena informazione.

 

Valore di investimento

Il valore di investimento è il valore che un particolare investitore attribuisce a un asset o a un’entità aziendale, tenendo conto delle sue specifiche esigenze, obiettivi strategici o finanziari, nonché delle possibili sinergie.

Tale valore, spesso utilizzato nell’ambito di operazioni di acquisizione strategica, può differire anche significativamente dal valore di mercato, dal momento che include fattori soggettivi come le sinergie derivanti da integrazioni verticali o orizzontali, la capacità di gestire i rischi specifici e il potenziale strategico che l’azienda rappresenta per uno specifico investitore.

Valore negoziale equitativo

Il valore negoziale equitativo, che coincide con il c.d. “equitable value”, esprime il prezzo al quale, verosimilmente, un’azienda potrebbe essere negoziata fra soggetti identificati in maniera specifica e rappresenta il compromesso tra valore che ciascun soggetto è disposto ad accettare in una trattativa. Non riflette tanto le condizioni di mercato, quanto piuttosto un accordo tra soggetti con interessi potenzialmente divergenti.

Nelle situazioni di crisi, il valore negoziabile equitativo diventa spesso una delle configurazioni più rilevanti, poiché le trattative sono influenzate dalla necessità di trovare un accordo tra attori con interessi divergenti: i venditori (che possono essere disposti a vendere a un prezzo inferiore rispetto al valore di mercato per evitare la liquidazione o per ottenere liquidità immediata) e gli acquirenti (spesso consapevoli della situazione di crisi, e possono utilizzare la propria forza negoziale per ottenere condizioni più favorevoli, inclusi sconti significativi sul prezzo).

Valore di smobilizzo

Il valore di smobilizzo è il valore ottenibile in condizioni non ordinarie di chiusura del ciclo di investimento; tiene conto delle condizioni di emergenza o necessità e tipicamente si colloca al di sotto del valore di mercato o al valore intrinseco, dal momento che i bani dell’azienda vengono venduti in un contesto di emergenza.

Valore intrinseco

Il valore intrinseco, noto anche come valore fondamentale, esprime l’apprezzamento che un qualsiasi soggetto razionale operante sul mercato, senza vincoli e in condizioni di trasparenza informativa, dovrebbe esprimere alla data di riferimento, in funzione dei benefici economici offerti dall’attività e dei relativi rischi.

Nel caso delle imprese in crisi, il valore intrinseco può essere influenzato da diversi fattori:

  • Capacità di generare flussi di cassa futuri;
  • Qualità degli asset aziendali;
  • Prospettive di settore e di mercato;
  • Posizione competitiva dell’impresa;
  • Struttura del debito;
  • Management e piani di ristrutturazione;
  • Fattori macroeconomici.

La scelta del criterio di valorizzazione dell’azienda in crisi sarà poi da contestualizzare nell’ambito della verifica della genesi della crisi, dei possibili scenari futuri, della capacità di ricollocazione dell’azienda sul mercato così da portare la società in crisi ad una valutazione più possibile consona alla realtà.

Simona Brambilla
(riproduzione riservata)

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