La holding come strumento di pianificazione fiscale
- Ottobre 31, 2022
- Categories: Industria 4.0, PMI
Con il termine “holding” si fa riferimento a società che detengono quote ed azioni in di altre società, asset immobiliari e/o investimenti finanziari.
In questo senso, la holding non differisce dalle altre società di capitali se non per il fatto che la stessa non assume mai rischi imprenditoriali. Le attività d’impresa interessano le società operative partecipate, mentre nella holding convergono gli utili dei diversi business, gli asset immobiliari e tutto ciò che genera reddito. In sintesi, si tratta di società che, attraverso le quote di azionariato, controllano altre aziende al fine di tutelare maggiormente la gestione del patrimonio.
In Italia, esistono quattro diversi modelli di holding (familiare, operativa, gestoria e capogruppo). Ognuna di queste tipologie condivide gli obiettivi della holding che vanno dalla tutela del patrimonio aziendale alla riduzione del carico fiscale.
La creazione di una holding è una delle strategie di pianificazione fiscale più semplici e performanti. Di seguito vengono ricapitolati i principali benefici di natura fiscale.
1. Dividendi
I dividendi distribuiti dalle società operativa di cui la holding detiene le quote vengono tassati ai fini IRES all’1,2% (l’imponibilità è solo al 5%, quindi si considera il 24% del 5%) ai sensi del comma 2, dell’articolo 89 del TUIR. Si ricorda che i dividendi, se percepiti da una persona fisica (residente in Italia) verrebbero assoggettati ad un’imposta sostitutiva del 26%.
Ciò comporta che, a parità di dividendi, l’ammontare di risorse finanziarie (dopo aver pagato le imposte dovute) che può essere destinato a nuovi investimenti (finanziari, immobiliari, etc.) nel caso vi sia una holding sarà maggiore rispetto all’ipotesi in cui non vi sia una holding e quindi che le partecipazioni nelle società operative siano detenute in via diretta da una persona fisica.
2. Consolidato fiscale nazionale
Con la holding si può fruire del consolidato fiscale che permette di determinare l’IRES dovuta sulla base di un unico reddito imponibile rappresentato dalla somma algebrica dei redditi imponibili e delle perdite fiscali (ove presenti) delle diverse società del gruppo che vi fanno parte. Inoltre, l’eventuale eccedenza di interessi passivi indeducibili ex art. 96 del TUIR in capo ad una delle società facenti parte del gruppo può essere portata in abbattimento del reddito complessivo di gruppo a condizione che vi siano altre società che hanno un risultato operativo lordo (ROL) capiente non integralmente sfruttato per la deduzione. Al pari, in tema Aiuto alla Crescita Economica (ACE), l’importo corrispondente al rendimento che supera il reddito complessivo netto dichiarato di una società del gruppo viene trasferito al consolidato nel limite del reddito complessivo globale netto di gruppo dichiarato.
3. Regime della PEX
È previsto per le holding il regime della PEX (Partecipation Exemption) con cui vengono detassate del 95% le eventuali plusvalenze generate dalla cessione di partecipazioni (art. 87 del TUIR) in società commerciali (indipendentemente dalla percentuale di partecipazione al capitale sociale delle stesse) al sussistere dei requisiti previsti dalla norma.
Gli altri vantaggi nel creare una holding
I vantaggi derivanti dalla creazione di una holding non sono solo di natura fiscale ma anche gestoria e finanziaria. In particolare, tra gli altri, è possibile annoverare i seguenti vantaggi:
- tutela a lungo termine del patrimonio aziendale;
- gestione patrimoniale condivisa senza il rischio di calo dell’efficienza o duplicazioni di ruoli;
- riduzione del rischio d’impresa per ciascun business: proprietà immobiliari, diritti o beni immateriali vengono tenuti distinti dall’attività operativa;
- migliore bancabilità delle società operative;
- razionalizzazione della struttura finanziaria del gruppo (la società capogruppo infatti può gestire indirettamente la finanza delle società partecipate). Tutto questo porta ad una migliore solidità finanziaria nei rapporti con le banche e ad una gestione più efficace degli utili relativi alle società del gruppo. (riproduzione riservata)
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Chiara Condorelli
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